Smaltimento

 

Inceneritore

 

L'inceneritore è un impianto per bruciare la frazione secca dei Residui Solidi Urbani

(RSU). Esso produce scorie che occuperanno il 10% del volume di partenza.

Durante la combustione si creano nel forno le ceneri pesanti (25% del peso iniziale), da smaltire in discarica, e nei filtri dei fumi le ceneri leggere (4% del peso iniziale) da smaltire come rifiuti speciali pericolosi, perché molto inquinanti.

La combustione dei rifiuti deve avvenire ad alte temperature (intorno ai 1000 °C) per ridurre l'emissione di furani e diossine, sostanze estremamente tossiche. Ma bruciare a temperature alte, oltre a essere molto costoso, riduce la dimensione delle particelle.

Queste nanoparticelle, non essendo intercettabili dai filtri, vanno a contaminare l'aria,

l'acqua, le coltivazioni ecc. nel raggio di vari chilometri.

 

La Gassificazione e pirolisi

 

Questi impianti sfruttano la decomposizione molecolare termochimica mediante riscaldamento in assenza di ossigeno. I rifiuti vengono tritati finissimi e omogenizzati, quindi vengono inseriti nell'impianto. Nella pirolisi la temperatura varia tra 400 e 800 °C, mentre nella gassificazione è ben più elevata raggiungendo nella torcia al plasma tra 7000 e 13000 °C (figura).

Si ottengono così un gas combustibile e scorie solide. Le problematiche ambientali e sanitarie differiscono di poco da quelle che presentano gli inceneritori.

 

Termovalorizzatori e CIP6

 

La termovalorizzazione è l'incenerimento con produzione di elettricità e calore per il teleriscaldamento di edifici vicini. In una caldaia posta a valle del forno si produce vapore surriscaldato poi inviato a un gruppo turbina-alternatore che produce poca energia rispetto al metano utilizzato.

Gli alti costi costruttivi e di gestione rendono la combustione dei rifiuti antieconomica. I termovalorizzatori sono diventati convenienti solo tramite i CIP6, contributi per le energie rinnovabili prelevati dalla bolletta elettrica degli Italiani dal 1992.

In pratica, l'incenerimento dei rifiuti inorganici è stato “assimilato” a una fonte di energia rinnovabile.

La Commissione europea ha messo però in mora l'Italia sui CIP6 nel 2010, motivando che è rinnovabile solo la parte organica dei rifiuti, cioè l'unica che non può essere bruciata negli inceneritori.