Trasformatore
Per poter essere trasportata a grande distanza, dal luogo di produzione al luogo di utilizzo, la corrente elettrica deve essere prima trasformata ad alta o altissima tensione (50.000 – 125.000 V) e poi, prima di entrare nei luoghi di utilizzo, deve essere ritrasformata in tensioni di 220-230 Volt per poter essere utilizzata in condizioni di sicurezza dall’utilizzatore. Tutto ciò per diminuire, a parità di corrente trasportata, la resistenza opposta dai fili dell’elettrodotto e di conseguenza le perdite sotto forma di calore generato.
Il trasformatore è una macchina elettrica statica, quindi senza parti in movimento, che ha la capacità di trasformare una corrente alternata a bassa tensione, in una ad alta tensione e viceversa.
È composto da un nucleo in ferro dolce, su cui sono realizzati due avvolgimenti, uno detto primario, collegato al generatore e uno detto secondario, collegato alla rete su cui si vuole inviare la corrente.
La corrente alternata che percorre il circuito primario, provoca nel nucleo un campo magnetico variabile, che a sua volta genera, per induzione elettromagnetica, una tensione nell’avvolgimento secondario.
Dalla formula Vs / Vp = I1 / I2 = n2 / n1
da cui: Vs = (n2 / n1) x Vp
Tutto dipende dal numero di spire:
Se il numero di spire sull’avvolgimento secondario è maggiore che sul primario, la tensione aumenterà e viceversa.
Nell’esempio di dx, la tensione verrà ridotta.