Economia globale
Nell'economia globale, le merci e le persone si spostano velocemente, grazie ai miglioramenti tecnologici e alla liberalizzazione degli scambi commerciali.
Fattori della globalizzazione
L'utilizzo della tecnologia ha dato luogo a una vera e propria rivoluzione nel nostro modo di vivere, non solo sotto l'aspetto economico, ma anche in campo culturale e sociale. Le innovazioni tecnologiche che hanno reso possibile la globalizzazione riguardano principalmente i settori dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell'informatica.
Multinazionali
La globalizzazione ha portato alla nascita di società molto grandi che operano su scala mondiale: le multinazionali.
Queste imprese hanno un fatturato molto elevato, paragonabile al PIL di piccoli o medi Stati quali il Belgio o l'Austria.
Le multinazionali hanno filiali in molti Stati del mondo e tutte fanno capo a una «casa madre» da cui l'impresa si è in seguito sviluppata.
In genere la casa madre si trova in uno Stato industrializzato (come Stati Uniti, Svizzera o Paesi Bassi), mentre gli stabilimenti produttivi sono in paesi meno ricchi come India o Messico.
Le ragioni per cui le multinazionali hanno tante sedi in così tanti Stati sono varie:
- Costo del lavoro: Lo spostamento della produzione in paesi in cui il costo del lavoro è minore incrementa il guadagno nella vendita di beni. Si parla di “sfruttamento” se l'attività è spostata in paesi in cui sono negati i diritti fondamentali dei lavoratori (lavoro minorile, scarsa sicurezza sul lavoro, turni di moltissime ore ecc.);
- Costo delle materie prime: Spostare la produzione nei paesi in cui le materie prime sono abbondanti permette di pagarle meno;
- Ricavi: La presenza di filiali commerciali negli Stati dove i beni sono venduti a prezzi maggiori permette di ottenere maggiori ricavi;
- Tasse: Gli Stati non hanno tutti le stesse tasse. Alcuni hanno una tassazione elevata, altri più bassa. È quindi possibile risparmiare sulle tasse producendo negli Stati dove queste sono minori;
- Rischio: La presenza su scala globale permette di gestire meglio il rischio. Se, per varie cause, in uno Stato si vende meno di quanto sperato, le vendite possono essere concentrate altrove. Il rischio delle multinazionali è inoltre ridotto dalla diversificazione dei prodotti: una stessa multinazionale può essere presente sul mercato con la maionese, i detersivi, il cibo per gatti, le caramelle.
Economia solidale
Per molto tempo l'uomo ha prodotto e consumato senza pensare al futuro.
Tuttora i danni causati all'ambiente (inquinamento, erosione dei suoli, deforestazione, rifiuti pericolosi ecc.) non sono considerati come un costo; se un'attività “costa meno” ma danneggia maggiormente l'ambiente, è vista comunque come conveniente.
Nel processo di globalizzazione questo approccio è stato portato agli estremi in tutto il mondo. Inoltre il mercato globale fino a oggi non ha permesso di ridistribuire la ricchezza tra il Nord e il Sud del mondo: chi possiede i capitali fa parte delle economie occidentali e reinveste i propri guadagni in Occidente e non nei paesi che sfrutta per produrre.
Per l'economia sostenibile, i bisogni primari di ogni cittadino (del Nord e del Sud) devono essere soddisfatti nel presente senza che questo danneggi le generazioni future. Ciò può avvenire solo se si tiene conto non solo degli aspetti economici di ogni attività, ma anche di quelli sociali e ambientali.
Commercio equo e solidale
Il commercio equo e solidale si pone l'obiettivo di costruire una rete di distribuzione e di vendita dei prodotti del Sud del mondo senza che i produttori vengano sfruttati.
L'accordo è basato su tre punti fermi: dialogo, trasparenza e rispetto.
Per aderire a questo tipo di attività sono stati definiti dal WFTO (World Fair Trade Organization) precisi criteri.
Prodotti tipici del commercio equo e solidale sono quelli alimentari (come caffè, tè, cacao, banane ecc.), quelli dell'artigianato, i cosmetici ecc. In tutta Europa e in Italia esistono molte botteghe e cooperative di commercio equo e solidale.
Acquisti a «kilometro zero»
Abbiamo visto che in un sistema di produzione globalizzato sono necessari moltissimi
spostamenti dei beni e delle persone. Questo comporta un notevole aumento di emissioni inquinanti e di anidride carbonica nell'aria, con effetti dannosi per l'ambiente.
Si sente parlare sempre più spesso di acquisti a «kilometro zero» o a filiera corta; con questo termine si indica l'acquisto di beni, principalmente derivanti dall'agricoltura, prodotti nella stessa zona in cui vengono comprati.
I prodotti a kilometro zero oltre ad aiutare l'ambiente valorizzano il patrimonio agroalimentare locale, sono freschi e di stagione.