Allevamento
L’allevamento del bestiame (zootecnia) è un’attività economica che ha come finalità sia la produzione alimentare (carne, uova, latte), sia produzione di altri generi, quali: pelli, lana, fertilizzanti naturali e biogas.
Tipi di allevamento
Vi sono tre tipi:
- Brado: gli animali sono tenuti in libertà di pascolare, in Italia si pratica ancora nelle zone montane.
- Semibrado: è un allevamento legato alle attività connesse all’azienda agraria, diffuso ancora nelle piccole aziende a conduzione famigliare;
- Intensivo: gli animali vengono allevati in stalle spesso svincolate dall’azienda agraria, dove tutti i parametri (alimentazione, temperatura, umidità, stato sanitario, ecc.) vengono strettamente controllati. Si applica per i bovini da carne e da latte, per i suini, polli (da carne e da uova), tacchini, ecc.
Foraggi
Strettamente legata alla zootecnia, vi è la produzione di foraggi, cioè di piante destinate all’alimentazione degli animali. Le colture foraggere si dividono in:
- Erbai: piante annuali a rapido sviluppo (trifoglio, avena, orzo, favino, ecc.);
- Prati: piante pluriennali a rapido sviluppo che consentono numerosi sfalci durante l’annata vegetativa (erba medica, lupinella, ecc.);
- Pascoli: crescono spontaneamente e non sono falciate. Sono frequenti specialmente in montagna, destinati agli animali che pascolano allo stato brado.
Danni ambientali dell’allevamento
Il 40% dei cereali prodotti nel mondo serve per nutrire il bestiame allevato, gli animali allevati a vari scopi, si attestano intorno ai 75 miliardi di capi.
Sono numeri impressionanti che permettono meglio di capire il reale impatto sull’ambiente di questi allevamenti.
Quelli allo stato brado degradano e contribuiscono all’erosione dei suoli o alla desertificazione, lasciandoli scoperti, mentre quelli intensivi producono una quantità impressionante di deiezioni (solide e liquide) che fermentando generano metano, responsabile dell’effetto serra (gas serra con capacità di bloccare la radiazione IR, 20 volte superiore rispetto alla CO2).
La necessità di dover utilizzare, per produrre proteine animali, un quantitativo di energia molto superiore a quella necessaria per produrre cereali, ha negli ultimi anni costretto a rivedere sia la produzione che il consumo di carni allevate.
Per produrre un solo kg di carne bovina, è richiesta una quantità di energia pari a quella necessaria per produrre 16 kg di mais!!!!